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I colori della terracotta

Evoluzione della terracotta toscana: colori e design

Tradizionalmente, la terracotta toscana è caratterizzata dal suo classico colore rosso o rosato, dovuto all’elevata presenza di ossido di ferro, che conferisce anche una notevole resistenza meccanica. Fino a pochi anni fa, i vasi da giardino erano quasi esclusivamente di questo colore. Le uniche eccezioni potevano essere i vasi anneriti dalla tecnica etrusca del bucchero.

Negli ultimi due decenni, grazie all’interesse crescente degli architetti, alla ricerca industriale sulle argille e ai progressi tecnologici, la terracotta si è evoluta. Oggi è possibile trovare vasi in terracotta con forme, colori e finiture moderne, adatti anche per ambienti interni.

La gamma cromatica può essere ampliata utilizzando ossidi e variando la composizione dell’impasto argilloso o le modalità di cottura. Tuttavia, per ragioni pratiche, l’offerta si limita a poche tonalità standard per semplificare la gestione di magazzini e ordini. È comunque possibile richiedere personalizzazioni per soddisfare specifiche esigenze estetiche.

Nei prossimi approfondimenti, esamineremo le combinazioni di argille, colorazioni e finiture, analizzando come queste caratteristiche influenzino la resistenza al gelo, l’impatto visivo e l’utilizzo dei vasi in terracotta.

Il colore terracotta

La terracotta Toscana, intesa come miscela di argilla e inerti cotta a alta temperatura, in natura assume la colorazione rosso-rosato con effluorescenze sul bianco, dovute alla presenza di sali minerali che fuoriescono dai pori durante il processo di cottura e si fissano sulla superficie. La presenza delle sbiancature più o meno accentuate dipende da vari fattori, quali:

  • concentrazione dei sali minerali nel lotto di argilla
  • tempo di permanenza nella stanza di essiccazione
  • velocità di essiccazione
  • movimentazione dei vasi nel periodo di essiccazione (si possono notare segni di dita o manate sul vaso)

Non è raro trovare dei vasi che presentano segni di mani o dita, il ché non rappresenta un difetto ma semmai la prova che il vaso è stato curato nel processo produttivo. Molti pezzi, specialmente quelli di grandi dimensioni, devono essere costantemente monitorati e movimentati nella delicata fase dell’essiccazione. In questa fase, infatti, si verifica una perdita di volume e dimensione del vaso che deve essere mosso o distaccato dal supporto in cui è posizionato, al fine da evitare agganciature che finirebbero per causare delle crepe sul fondo.

Etrusco

La terracotta colorata, ispirata anche al bucchero etrusco, offre un’ampia gamma di possibilità cromatiche. La colorazione grigio scura, ottenuta con l’aggiunta di ossidi specifici, si adatta meglio a vasi moderni o contemporanei, ma è sconsigliata per stili classici, dove il colore tradizionale terracotta è preferibile.

Le due principali tecniche per ottenere terracotta colorata sono:

  1. Impasto colorato
    Gli ossidi vengono miscelati nell’impasto argilloso, colorando uniformemente il vaso, sia internamente che esternamente. Questa tecnica garantisce una resistenza al gelo paragonabile alla terracotta naturale, rendendola ideale per vasi da esterno.

  2. Ingobbio
    Si applica uno strato di barbottina (impasto colorato) sulla superficie del vaso prima dell’essiccazione. Dopo la cottura, si ottiene un vaso con una patina colorata, mentre l’interno mantiene il colore naturale della terracotta. Tuttavia, questa tecnica comporta alcuni limiti di durabilità: l’esposizione agli agenti atmosferici o eventuali urti può causare il distacco della patina, rivelando la terracotta sottostante.

Pur essendo una soluzione valida per ottenere colori diversi dal classico terracotta, l’ingobbio è meno resistente rispetto all’impasto colorato. È importante distinguere tra queste tecniche per una scelta consapevole, considerando sia l’aspetto estetico che la durabilità del vaso nel tempo.

Antiqua

Con questa tecnica, siamo in grado di produrre vasi da giardino con una finitura che ricorda antiche produzioni che hanno passato e vissuto anni se non secoli di intemperie. La terracotta è annerita e la superficie non perfettamente allisciata ma leggermente e casualmente intaccata, a ricordare le erosioni del tempo. Ogni ditta produttrice ha la propria tecnica e segreti del mestiere, ma sostanzialmente si tratta di applicare, sul vaso ancora da essiccare e in fase di rifinitura, un composto di cenere non raffinata, aceto, acqua sull’esterno del vaso. La cenere renderà il prodotto annerito; l’aceto che contiene acido acetico corrode i sali minerali come il carbonato di calcio che è presente negli impasti argillosi e genera le intaccature nella superficie.
Il risultato è di tutto rispetto e rende molto bene l’idea di un vaso molto datato. Tale colorazione, si abbina bene, come potrete ben immaginare, a produzioni classiche, con decorazioni e festonature. E’ molto resistente, potrete utilizzarlo tranquillamente all’esterno anche a climi rigidi e non stacca dal vaso. Se avete bisogno di creare una atmosfera vintage, questo prodotto è da prendere in considerazione

Bianca

La terracotta colorata, ispirata anche al bucchero etrusco, offre un’ampia gamma di possibilità cromatiche. La colorazione grigio scura, ottenuta con l’aggiunta di ossidi specifici, si adatta meglio a vasi moderni o contemporanei, ma è sconsigliata per stili classici, dove il colore tradizionale terracotta è preferibile.

Le due principali tecniche per ottenere terracotta colorata sono:

  1. Impasto colorato
    Gli ossidi vengono miscelati nell’impasto argilloso, colorando uniformemente il vaso, sia internamente che esternamente. Questa tecnica garantisce una resistenza al gelo paragonabile alla terracotta naturale, rendendola ideale per vasi da esterno.

  2. Ingobbio
    Si applica uno strato di barbottina (impasto colorato) sulla superficie del vaso prima dell’essiccazione. Dopo la cottura, si ottiene un vaso con una patina colorata, mentre l’interno mantiene il colore naturale della terracotta. Tuttavia, questa tecnica comporta alcuni limiti di durabilità: l’esposizione agli agenti atmosferici o eventuali urti può causare il distacco della patina, rivelando la terracotta sottostante.

Pur essendo una soluzione valida per ottenere colori diversi dal classico terracotta, l’ingobbio è meno resistente rispetto all’impasto colorato. È importante distinguere tra queste tecniche per una scelta consapevole, considerando sia l’aspetto estetico che la durabilità del vaso nel tempo.

Finiture

Con l’introduzione di nuove esigenze di design e diversificazione, accanto alla classica finitura spugnata, si sono sviluppate le finiture graffiata e solcata, che offrono un’estetica più moderna e variegata.

  1. Finitura spugnata
    Questa tecnica tradizionale prevede l’uso di una pezza di tessuto o una spugna leggermente inumidita per omogeneizzare la superficie del vaso dopo la fase di “steccatura”. La steccatura, eseguita con strumenti semplici ma personalizzati, serve a ripulire e lisciare l’argilla, eliminando le imperfezioni. Questo metodo era storicamente il più comune per rifinire la terracotta da giardino.

  2. Finitura graffiata
    Introduce un design più moderno. Si lavora il vaso quando l’argilla è nella fase detta “bianca”, ossia dopo aver perso gran parte dell’umidità ma prima di essere completamente secca. Con una sottile stecca di metallo, si graffia la superficie, creando un effetto ruvido e unico, adatto a superfici lisce e prive di decorazioni.

  3. Finitura solcata
    Più recente e contemporanea, questa tecnica consiste nel creare solchi armoniosi e casuali sulla superficie liscia del vaso. Le solcature donano al prodotto un design moderno e accattivante, ampliando ulteriormente la gamma di possibilità estetiche.

Queste finiture arricchiscono la terracotta con texture e stili distintivi, rendendola adatta a diverse esigenze di design.

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